2 giugno 2016 – La nostra Repubblica compie 70 anni –

29 giugno 2016

2 giugno 2016 – La nostra Repubblica compie 70 anni –

È una giornata memorabile! Non posso che essere fiera di aver insegnato per 40 anni Storia, e di aver fatto di tutto per riuscire a raggiungere questo “Secolo breve”, per dirla con Hobsbawn…
Per me è stato sostanziale trattare “l’accelerazione sempre più esasperata (impressa dalla prima guerra mondiale in poi), agli eventi della storia e alle trasformazioni nella vita degli uomini”.

IL SECOLO BREVE

Tengo però a precisare che “ai miei tempi”, quasi tutti i docenti delle scuole superiori, si fermavano alle cause delle prima guerra mondiale, lasciando a noi decidere, in seguito, se continuare o meno a capire il perché degli eventi che seguirono: TERRIBILE!
Essendomi poi iscritta alla facoltà di filosofia, ho avuto mo-do di comprendere un metodo serio per approfondire anche la storia che ci riguarda da vicino
Ma io non ho voluto usare lo stesso metodo dei miei professori e allora vi propongo due esempi a caso, due dei tanti lavori di ricerca che ho fatto svolgere i miei allievi, i quali mi hanno mostrato uno splendido interesse. Ancora evidenzio con entusiasmo, gli argomenti discussi che, con la mia guida, hanno dato agli studenti, modo di elaborare questi due fascicoli: il primo mi ha dato la possibilità di far comprendere bene ai ragazzi della II E (a.s. 1992/93) dell’I.T.C. “A. Serra” di comprendere a fondo le brutture del nazismo e del razzismo e il secondo, un poderoso lavoro della V E (a.s. 1993/94), sul passaggio e il grande cambiamento tra il 1943 al 1993).
I miei allievi ed io siamo stati molto fieri di vincere il pre-mio dell’Associazione Libera!

Ma ora è il caso di entrare nell’argomento prefisso e per questo cito, ancora una volta, il “Secolo breve” dove, nell’introduzione, è a sua volta citata la nostra grande e indimenticabile Rita Levi Montalcini: “Nel ‘900 ci sono state, nonostante tutto, rivoluzioni positive:
“Penso all‘emergere del quarto stato, penso alla donna che dopo secoli di repressione è riuscita a venire alla ribalta”
Gia! le donne di allora, quelle che erano “servite”, durante la Prima guerra mondiale, ad occupare nei campi, nelle fabbriche etc., il posto degli uomini che erano partiti, sono state “ricacciate in famiglia a fare da “serve” a tutti

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Eppure ritenevano che solo gli uomini riuscissero nei lavori pesanti!
Trascrivo, per trattare degli avvenimenti seguenti al primo conflitto mondiale, un tratto del bellissimo romanzo di Miriam Mafai “Pane nero” che consiglio di leggere perché ci presenta uno spaccato di quella orribile guerra, raccontandocela attraverso testimonianze dirette di donne che l’hanno vissuta in prima persona.

2 giugno 1946,Pane nero

“ Il Fascismo (e la Chiesa Cattolica) peggiorano (se possibi-le- ndr -), le cose imponendo che la donna sia sottomessa all’uomo (marito, padre, fratello). La donna è e deve esse-re madre, moglie e nient’altro.

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Per il fascismo, questa era una “vera donna”!
Quando gli uomini vengono richiamati al fronte, il regime è costretto, per fare fronte allo sforzo bellico, a ricorrere alle donne. Che però sono comunque sempre sottoposte alle regole imposte dai “padroni”. Tutto questo sotto i bombardamenti, con l’incubo della carenza di cibo — la cui caccia è compito quasi esclusivo delle donne — le angherie dei padroni per chi lavora nelle fabbriche e il terrore della fame per quelle che non lavorano.”

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Altro che solo madre e moglie!
Ma a un certo punto tante, proprio tante donne, ritennero che la situazione fosse tale, da sentirsi in dovere di partecipare in prima persona alla guerra…
E fu così che moltissime donne divennero partigiane
Si formarono gruppi organizzati di donne che svolgevano propaganda antifascista, raccoglievano fondi ed organizzavano assistenza ai detenuti politici ed erano impegnate anche nel mantenimento delle comunicazioni oltre che nelle operazioni militari.

Aprile 1945 si conclude la seconda grande strage del secolo! Stando ad alcuni calcoli elaborati dall’ANPI, furono 35.000 le “partigiane combattenti”, 20.000 le patriote, con funzioni di supporto, 70.000 le donne appartenenti ai Gruppi di difesa, per la conquista dei diritti delle donne, 20 medaglie d’oro 17 medaglie d’argento, 512 Commissarie di guerra , 4.633 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti, 1890 le deportate nei campi di concentramento tedeschi.
               MA ANCORA NON ERANO RITENUTE ALL’ALTEZZA
                                                        DI VOTARE!
Bisogna ricordare che il primo voto fu “concesso” alle donne, in occasione delle elezioni amministrative del 10 marzo 1946, per questo, inserisco alcune indicazioni sulla data in cui diversi paesi hanno dato il voto alle donne. C’è da notare che i paesi dell’America Latina sono stati fra i primi e che, tranne la Turchia, in diversi paesi del Medio Oriente le donne, che non sono affatto emancipate, hanno avuto il diritto di voto dopo di noi…

Scritto questo, non mi meraviglio (ma in me c’è tanto sdegno!) di un fatto molto avvilente. (Vedi “Il fatto quotidiano”del 25 aprile) Una polemica che in pochi citano, fu quella sulla partecipazione delle donne alle sfilate in piazza nelle città liberate. In alcuni casi, tra cui a Torino, a molte donne che avevano realmente combattuto nel-le brigate partigiane in montagna venne chiesto di non sfilare.
Orrore! erano state a combattere sulle montagne con gli uomini!
L’eco della polemica finì anche su giornali come L’Unità o Noi donne e durò anche durante i lavori della Costituente dove furono elette solo 21 deputate.
Comunque il problema era talmente sentito che per rintuzzare molte ritrosie di deputati maschi, si utilizzò, come fatto determinante, e come conferma per partecipare al voto, proprio la partecipazione alle battaglie.
Bisogna ricordare che il primo voto fu “concesso” alle donne, per le elezioni amministrative del 10 marzo 1946.
Trascrivo parte di un bell’articolo di Mirella Serri pubblicato su “La Stampa” del 2 marzo 2016, dal titolo: “Sebben che siamo donne il voto ce l’abbiamo” – che ricorda un antico canto di protesta delle donne –
“Preoccupazioni analoghe si ripresenteranno il 2 giugno dello stesso anno per la designazione dei membri dell’Assemblea Costituente e la fondamentale scelta tra Monarchia e Repubblica. Nonostante i diffusissimi timori femminili, però, a inciampare sulla scena politica non furono le neovotanti ma proprio i rappresentanti dei partiti di massa che si contendevano le loro preferenze, Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. I due leader del Pci e della Dc, nel decreto n. 23 del febbraio 1945, estesero il suffragio alle italiane che avessero almeno 21 anni. (…)
(..) mentre riconoscevano quell’ambito diritto alle don-ne,dimenticarono la loro eleggibilità. Già, proprio così. Le donne potevano essere solo elettrici ma non elette. E questa svista verrà corretta solo nella primavera del 1946. Oggi che festeggiamo i 70 anni da quello storico avvenimento (…) ci poniamo una la domanda: fu una distrazione intenzionale e voluta, oppure si trattava una specie di lapsus freudiano su un voto femminile che preoccupava e intimoriva le forze politiche che pure lo sostenevano?
QUANTO SEGUE E’ DA BRIVIDO!
(…) delle animate battaglie sostenute prima e dopo la Grande Guerra e durate fino al momento in cui, nel 1925, tra berci, lazzi e rumori molesti (così registra il verbale di quella storica seduta parlamentare), Mussolini eliminò definitivamente ogni speranza di suffragio esteso al gentil sesso (“le donne sono sufficienti per un’ora di spasso ma non adatte a un calmo ed equilibrato lavoro”).
E nel ’46 la decisione comunque appariva ricca di trappole. “Le donne pencolano verso il passato reazionario”, si lamentava Togliatti (…) Analoghe visioni agitavano i demo-cristiani i quali presentivano un vantaggio della destra conservatrice portato dalla scheda femminile. Tutti poi presagivano l’assenteismo femminile. (…) E invece la partecipazione femminile diede uno schiaffo alla politica e fu altissima, anzi molto più alta che negli altri paesi europei: le votanti furono l’89 per cento delle aventi diritto. Purtroppo le candidate furono poche dal momento che i partiti faticava-no ad accettare la presenza femminile Ma il voto sembrerà per anni un regalo immeritato. Però le italiane imparano dalla loro stessa storia. Il 10 marzo 1946 sanano il “lapsus” originario andando in massa a eleggere i loro beniamini e iniziano un lungo e, bisogna dirlo, per tanti versi fortunato viaggio: nelle istituzioni, nella mentalità, nel costume, nel mondo del lavoro, sempre per mettere una pezza a quella significativa distrazione”.

E a proposito del primo voto alle donne del 1946, sento a questo punto il bisogno di parlare di un’amica speciale, Miranda, alle quale dedico il mio lavoro come anche a tutte le donne…

Miranda rgr

C’è un bellissimo affetto reciproco tra lei, me e gli altri a-mici
Miranda è una persona di grande cultura che, a quasi 93 anni riesce a valutare, in maniera lucidissima i fatti del passato e del presente. Parlare con lei di politica, di letteratura, di arte, è un vero piacere, possiede una grande apertura di orizzonti. Poi, quando ci parla del suo compianto marito, Gaetano, della vita con lui, dei viaggi compiuti insieme hai la sensazione di ascoltare la lettura di un romanzo…
Segue con affetto e interesse i progressi dei nipoti, dei suoi giovani pronipoti e ne è fiera! Con lei e con gli altri amici che frequentano la sua casa, che si trova vicina alla mia e ad altri cari amici, ricorre, come scrivevo, un affetto sincero! Vuole molto bene anche a mio marito Renato e lo stima moltissimo e ovviamente per me è una vera gioia.

Eccola, gioiosa, durante una bella festa  28 maggio  09 Miranda part

… e dopo bellissime ore insieme

Club BattistelloI

Premesso tutto questo, le ho chiesto qual è stato il suo atteggiamento, nei confronti del voto del 2 giugno 1946. Mi ha risposto in modo molto semplice ed efficace: “A quei tempi, noi ragazze, non uscivamo da sole, non seguivamo la politica, anche se eravamo costrette alle sfilate del saba-to, cui spesso mi rifiutavo di andare, tanto che una volta fui richiamata!
Vivevamo bene e spensierate nel nostro guscio familiare. Ma avevo ben compreso che il voto era un diritto-dovere e per questo andai a votare e votai Repubblica, per la pessima idea che avevo sempre avuto dei Savoia, studiando la Storia. Null’altro! Tutta la mia cultura e diventato un mio patrimonio negli anni seguenti”.Miranda giovane

Ecco Miranda giovinetta
Dopo questa dolce parentesi, torno all’esito delle votazioni…

REPUBBLICA: 12 672 767 voti
MONARCHIA: 10 688 905 voti
Per quanto riguarda la distribuzione di voti nelle re-gioni italiane, purtroppo ci fu una significativa diffe-renza fra il Nord e il Sud
Alcuni esempi:

Diversi erano i motivi di questo grande divario fra i votanti per la Repubblica fra il Nord-Centro e il Sud
La monarchia era vista dalle persone del Sud come baluar-do conservatore di fronte alle incognite del dopoguerra. Dopo aver appoggiato il fascismo per i propri interessi, o-ra masse di borghesia piccola e media votavano a favore della conservazione politica identificandosi con i Savoia.
Oggi il movimento “neoborbonico” non la pensa più così, ma, anche se potrei dire molto, non è il momento di affron-tare questo argomento…
Torno all’11 giugno del 1946: mentre si attendeva la proclamazione ufficiale dei risultati del referendum, si ebbero a Napoli, in via Medina e dintorni, terribili scontri! Furono gli unici in tutta Italia…
In detta strada, all’epoca, esisteva la sede napoletana del P.C.I.. Tra i manifestanti si era sparsa la voce che in detta sede, avessero issato la bandiera italiana senza più lo stemma sabaudo. Un’altra notizia, che era quella di un eventuale arrivo a Napoli di Umberto II per mettersi a capo della rivolta monarchica.

via_medina_incidenti_piazza_borsa

La fine di questa tragica giornata, conteggiò nove manifestanti uccisi, tutti molto giovani, e una cinquantina di feriti.
La situazione divenne più calma quando nella notte fra il 12 e 13 giugno, nel corso della riunione del Consiglio dei Mini-stri venne proclamato lo Stato Repubblicano, mentre Alcide De Gasperi, assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato italiano.
Gli animi si calmarono decisamente perché l’indomani, il 13 giugno, l’ex re Umberto II, essendosi reso conto che l’eventuale azione militare non avrebbe riscosso molto successo nell’esercito e nel mondo economico e che anche gli americani non volevano che l’Italia precipitasse di nuovo nella guerra civile, senza nemmeno attendere i risultati fi-nali del referendum, lasciò volontariamente il paese, diretto a Cascais, una città nel sud del Portogallo, dover restò, in esilio, per 37 anni, e morì nel 1983, senza rivedere l’Italia.
Ma gli Italiani avevano un grande desiderio di ricominciare, dopo tanti anni tremendi! Anche il cinema diede il suo grande contributo…

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Oggi dunque celebriamo il 70° anniversario di quella magica data!. Ma le donne dovranno lottare ancora molto sia sul piano legislativo che su quello, ben più complesso, del costume
Purtroppo nel tempo presente, la crisi economica e la vittoria del pensiero unico liberista, che vuole annullare lo Stato sociale, mina profondamente il principio cardine dell’uguaglianza.
Vorrebbero far tornare indietro le lancette della storia tendendo a schiacciare di nuovo le donne in una posizione subordinata ed emarginata.
MA NON CI RIUSCIRANNO!

Per concludere ecco un ottimo e significativo Film Luce, pubblicato da repubblica.it
http://video.repubblica.it/luce/ricorrenze/2-giugno-1946-l-italia-ha-scelto-repubblica/241112/241082?ref=HRER3-1

Gabriella Raffaele

2- 9 luglio 2016: Otto giorni incredibili

16 luglio 2016

 

Anche questo ci doveva riservare la vita, qualcosa che mi ricorda il “Folle viaggio” dell’Ulisse dantesco:

“Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto (…)”

*******

Lo so che stanno accadendo fatti spaventosi in un crescendo che ha dell’irreale…. ma noi, nel nostro piccolo nucleo familiare, abbiamo avuto un momento di grande felicità che si è annullato in un attimo nel dolore!

Desidero raccontarlo con tante immagini, che danno ancor di più l’essenza dei fatti.

2 luglio 2016, partenza per Bologna, la nostra gioia è immensa! Elena, la nostra nipotina si laurea! E non ha ancora 22 anni!

Ha svolto il suo corso triennale presso l’Università degli Studi di Bologna Alma mater studiorum – Lingue, Mercati e Culture dell’Asia – in modo eccellente e noi, come tutti gli altri siamo davvero fieri di lei…

Siamo partiti con anticipo (infatti il giorno della laurea è il 5 luglio) per essere riposati e rilassati (specie io per i brutti problemi di deambulazione che mi ritrovo)

Non conosciamo Bologna, per cui, aspettando Chiara ed Elena ci guardiamo intorno.

E subito ce ne innamoriamo!

Tra l’altro, l’albergo è vicinissimo alle famose due torri, della Garisenda e degli Asinelli.

Elena, ovviamente è a Bologna e presto arriva Chiara: il gruppo aumenta 🙂

Come siamo contenti!!!

2 Chiara ed Elena.jpg

In attesa del caffè 😉

Siamo in Piazza Grande, alle spalle c’è la basilica di San Petronio. Da notare tante sedie e uno schermo: la seta proiettano film all’aperto ad una platea attenta e silenzionsa 🙂

3 Chiara ed Elena

Pranziamo insieme, e poi le ragazze ci conducono alla deliziosa “finestrina su Venezia”

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…ma poi Chiara deve ripartire: l’indomani lavora!

E allora, per consolarci e su consiglio di Elena, andiamo a visitare la Biblioteca Salaborsa,  una biblioteca pubblica multimediale: davvero splendida!

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Torniamo in albergo e ci rilassiamo, seduti nel cortile, quando un’improvviso temporale, ci fa fuggire. La pioggia dura poco e noi usciamo a cenare.

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Tuona…

3 – 4  luglio

Ci godiamo la meravigliosa città, pranziamo in  bei posticini con Elena, e… poi sono costretta anche a riposarmi! Però, nel tardo pomeriggio del 4 luglio, arriva Gennaro! Un giretto e poi a cena al bel ristorante “La cantina di Roberto”,  insieme con Elena, particolarmente radiosa  e poi a nanna! Domani dobbiamo essere riposati!!!

01 il 4  arriva Gennaro

Arriva Gennaro e subito dopo Elena, raggiante…

 

 

 

 

 

 

 

02 arriva Elena con la sua tesi

03a Una battuta dello zio

Una battuta dello zio Renato

Concludiamo presto la cena, non bisogna far tardi!

5 è notte

Buona notte!

5 LUGLIO 2016. È IL GRAN GIORNO!!!

00 prima di entrare

SIAMO TUTTI EMOZIONATISSIMI!!!

Eccoci in Aula

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Si è proprio vero, la Commissione, all’unanimità ha concesso la lode al meritatissimo 110 di Elena

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Eccoli! pieni di gioia!

Uscendo, sul cortile  dell’Università, siamo in tanti e moltissimi sono i giovani, allegri, vivaci, spensierati.

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laurea con amici

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Elena è bellissima con la sua corona di alloro e di fiori.

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…..proprio come la sua raggiante mamma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Le facciamo vedere il suo biglietto dove sfoggia un’antica corona d’oro che, per fortuna, mi hanno fatto fotografare, qualche giorno prima, alla mostra su Pompei allestita al Museo Archeologico di Napoli, dove eravamo andati con Gennaro…

ed ecco il biglietto di auguri di zio Gennaro

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BRINDISI!!!!!!!!!!!!!

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Sssst!

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Ed ecco una meravigliosa “Elena della Libertà”

Finito il festeggiamento sul piazzale dell’Università con tanta bella gioventù, i ragazzi vanno via per il loro festeggiamento alla neolaureata 🙂

Quanta tenerezza.jpg

Un… attacco di tenerezza…

Si è fatta ora di pranzo e Chiara trova un posticino delizioso, il ristorante “Paradisino”, immerso nel verde. Brindiamo a Elena, ovviamente, ma anche ai 48 anni dalla mia laurea (5 luglio 1968).

Al Paradisino un goioso brindisi alla neodottoressa1.jpg

Finito il festeggiamento gioioso e simpatico, Gennaro deve tornare a Macerata, mentre Chiara e Giancarlo rimangono:)

Torniamo in albergo,  aperitivo e foto sul terrazzo piccolo dell’Hotel e poi un fantastico tramonto sul terrazzo panoramico…

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tramonto

6 luglio.

Un bel giro con Chiara e Giancarlo in attesa di andare al ristorante “Buca Manzoni” per festeggiare la  bellissima neodottoressa.

Eccoci!

Si festeggia Elena

 

6 luglio festa ad Elena

Che belle le fanciulle in primo piano! 🙂 🙂

Festa Elena

La torta con la candelina della “Prima laurea” 🙂

Prima che Chiara e Giancarlo partano anche loro, per evitare il bouquet di fiori di Elena e si sciupi, Chiara li porta  nella nostra stanza e poi scatta un “selfi”.

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… tanto eravamo lontani dall’immaginare quello che stava per accadere…

Noi fissiamo un appuntamento con Elena per vederci, in serata, l’indomani, 7 luglio, il compleanno di zio Renato.

7 luglio

Festeggiamenti “a modo nostro” ovvero una mattinata dedicata all’arte alle cattedrali tra cui San Petronio, davvero fantastica, con la sua grandiosa Cappella Bolognini…

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S. Petronio, la meravigliosa Cappella Bolognini

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Poi pranzetto tète a tète “Da Gianni a la Vecia Bulagna”

ORE 15 – RITORNO IN ALBERGO…

Non passano cinque minuti che ci telefona Chiara in lacrime:

“ Papà è morto!”

Dopo una lunga INTENSISSIMA gioia, qualcosa mi esplode dentro! Il mio cuore va male,  ma non voglio mettere paura a Renato. Bevo un po’ d’acqua e mi stendo sul letto, ma sono davvero a pezzi!.

È iniziato qualcosa di irreale, di incredibile: come è possibile? In un attimo,la scena è cambiata completamente!

Non ce la facciamo a partire subito per Prato, lo faremo l’indomani mattina. Renato si affretta a preparare i bagagli ed io, con poche forze, cerco di aiutarlo.

Elena parte la sera stessa…

8 luglio

Eccoci tristemente a Prato intorno alle 10 e andiamo direttamente alle Cappelle un luogo che con alberi, fresco e molta luce, cerca di rendere meno duro il dolore. In quel luogo già dal pomeriggio precedente, riposava Fiore.

Troviamo tutti, ma non c’è, per questa volta la gioia di ritrovarci.

Molte persone affettuose vengono a trovarci, anche Sorina, che per cinque anni ha seguito amorevolmente Fiore e che, il giorno prima,  subito ha capito la situazione ed ha chiamato il medico e poi immediatamente Chiara che era in ufficio…

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..ed ora nemmeno il Pulpito di Donatello, che rende preziosa la facciata del Duomo di Prato, riesce a darci la solita emozione

Erano trascorsi solo 3 giorni da quel meraviglioso evento! Sembrava passato un secolo!

Però Chiara, riprese un po’ le forze, ci ha detto una cosa stupenda.

“Tutta quella immensa gioia c’è stata e nessuno ce la può cancellare”

***

Renato ed io cogliamo l’occasione per ringraziare anche noi tutte le persone che con tanto affetto ci sono venute a trovare, ci hanno chiamato!

Ringraziamo ancora la tenera Sorina, la mamma di Giancarlo che si è prodigata tanto per tutti noi e che, nonostante il caldo terribile, è venuta anche al funerale, ringraziamo Daniela che ci ha mostrato affetto e premure quando siamo tornati a Napoli e Anna Maria e Carlo che, non solo ci hanno telefonato più volte per consolarci e poi, la sera del 9 luglio sono venuti alla Stazione, “muniti di cena” e ci hanno accompagnato a casa. La cena con loro, sempre così attenti e affettuosi, ci ha fatto rilassare: ci voleva davvero!

Ora, ultime foto, ci tengo molto.

Non sono patetica:per me la memoria è vitale!

01 eleninafiore sguardo d'intesa

02 Fiore ed Elena

Teneri!

04 Addio ragazzi

Come dimenticarvi?

Quella tragica notte All’Idroscalo di Ostia

5 novembre 2015

Questa sera, a pochi giorni dal 40° anniversario dell’uccisione di Pier Paolo Pasolini, l’Amministrazione Comunale di Casalecchio di Reno (Bologna) intitola ufficialmente il proprio Teatro a Laura Betti, la “Musa” di Pasolini con il quale ebbe un duraturo e importante sodalizio personale e professionale. La compianta attrice, che ci ha lasciato nel 2004 era nata proprio a Casalecchio

Pier-Paolo-Pasolini-Laura Betti Goffredi Parise1962

L’appuntamento è per stasera,  giovedì 5 novembre alle ore 21.00, presso il Teatro Comunale di Piazza del Popolo 1,

Il teatro

Il teatro

in una serata ricorderà la splendida carriera di Laura Betti in particolare la componente cinematografica, con la sua partecipazione, in ruoli spesso importanti, a numerosi film della “età dell’oro” del cinema italiano, diretta da Pasolini (Per lui, infatti, lei ha recitato in La ricottaLa terra vista dalla lunaTeoremaI racconti di Canterbury.)

A seguire, sarà proiettato Che cosa sono le nuvole?, l’episodio scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini del film “Capriccio all’italiana” (1967), in cui Laura Betti recita, nel ruolo di Desdemona in un teatro di marionette, accanto a Totò (in quella che fu l’ultima apparizione dell’attore napoletano sul grande schermo), Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Ninetto Davoli e Adriana Asti

https://www.youtube.com/watch?v=pjlTcL8gNnM

***

Desidero iniziare così il mio ricordo del Grande Poeta che ho sempre difeso dai detrattori e di cui ho parlato tanto con i miei allievi…

Ecco un video di una sua poesia, con tante splendide immagini

https://www.youtube.com/watch?v=nThtIbGyFO0

***

Pasolini1.1

Pier Paolo Pasolini nacque il 5 marzo del 1922 a Bologna. I suoi genitori, Carlo Alberto e Susanna Colussi  si sposarono Casarsa, allora provincia di Udine.  Poi  si trasferirono a Bologna dove appunto nacque Pier Paolo. La famiglia si spostava continuamente e nel 1925, a Belluno, nacque il secondogenito, Guido, che morirà il 7 febbraio 1945, da partigiano (nome di battaglia Ermes) della brigata Osoppo.

Pier Paolo, nell’immediatezza della morte del fratello, scrisse questa poesia…:

No, Guido, non salire!
Non ricordi più il tuo nome? Ermes, ritorna indietro,
davanti c’è Porzus contro il cielo
ma voltati, e alle tue spalle
vedrai la pianura tiepida di luci
tua madre lieta, i tuoi libri.
Ah Ermes non salire,
spezza i passi che ti portano in alto,
a Musi è la via del ritorno,
a Porzus non c’è che azzurro”.
Guido, insieme ad altri sedici partigiani, fu ucciso da partigiani comunisti dei GAP friulani. Musi e Porzus sono località del Friuli; a Porzus c’era la sede del comando delle Brigate Osoppo.

In quel periodo si trovavano a Casarsa, che divenne un vero punto di riferimento (tanto e vero che nel cimitero del piccolo centro, sono stati sepolti Guido e, trent’anni dopo, Pier Paolo)

Pasolini divenne segretario della sezione di San Giovanni di Casarsa, ma non era gradito nel partito e, soprattutto, dagli intellettuali comunisti friulani. Le ragioni del contrasto erano innanzitutto linguistiche. Gli intellettuali “organici” scrivevano servendosi della lingua del Novecento, mentre Pasolini scriveva con la lingua del popolo senza fra l’altro cimentarsi per forza in soggetti politici. Agli occhi di molti tutto ciò risultò inammissibile: molti comunisti videro in lui, un sospetto disinteresse per il realismo socialista, un certo cosmopolitismo e un’eccessiva attenzione per la cultura borghese. Anche la sua omosessualità era mal vista, a tal punto che, nel 1949, Pasolini venne espulso dal Partito Comunista. (Del resto sappiamo bene che anche la convivenza fra Palmiro Togliatti e Nilde Jotti, non era vista di buon occhio dai compagni. Erano tempi bui…)

Nel 1950 Pasolini si trasferì definitivamente a Roma con la madre, iniziando presto la sua immensa attività di scrittore e regista, continuando felicemente quella di poeta.

MACCHIANA DA PRESA

Scrive Raul Grisolia, critico cinematografico:

Roma, i suoi spazi, i suoi personaggi, la sua storia, sono per Pasolini uno dei territori privilegiati della sua avventura esistenziale. I luoghi delle riprese di Accattone Mamma Roma, con qualche variante, non tradiscono la sua topografia ideale, che a partire dall’area delle borgate, Casilino, Prenestino, Tuscolana, Appia Nuova, si estende talvolta ad altre zone della città : Cecafumo, Testaccio, il Ponte degli Angeli, Trastevere fra gli altri. Nonostante un’architettura e una storia diverse e lo spostamento da un quartiere all’altro, i film non perdono la loro coerenza visiva. L’immagine della città, pur se mostruosa e dissonante, conserva un’estrema organicità, anche se la Roma monumentale non appare mai, ad eccezione dell’inquadratura dell’Angelo e di Accattone. L’Angelo di Bernini è inoltre la sola traccia della città barocca ad apparire nella trilogia. Pasolini ignora la dimensione più spettacolare dello spazio urbano. Il décor architettonico, soprattutto nei primi due film, è inerte, immobile fra le case scrostate delle borgate, il biancore anonimo dei palazzi moderni, i ruderi abbandonati di un’antichità perduta e indefinita.

Angelo Guglielmi, che con Pasolini fu pure  molto polemico, ammise:

Sul piano della comunicazione fu imbattibile. Riusciva a cogliere come nessun altro gli umori dell’epoca. Era un urlatore potente, sintonizzato con il suo tempo come una musica rock. Non è un caso che il Corriere non sia riuscito a sostituirlo. E la sua grandezza consiste nell’essere tuttora un contemporaneo, modello per schiere di ragazzi”.

Impaziente di vivere, e di conoscere, Pasolini sembra aver trovato nella capitale una terra promessa, una Roma sconosciuta, che si annidava sotto i tetti delle periferie, arsa da un sole antico di secoli, tutta da raccontare, con gli occhi vergini di un friulano.

Pasolini in una borgata romana con Carlo Levi - 1970

Pasolini in una borgata romana con Carlo Levi – 1970

Pasolini ha costruito così un immaginario inedito: quello dei suoi ragazzi di vita, raccontati attraverso i suoni ancora poco familiari di una lingua, quella romanesca, appena conosciuta, quello degli accattoni, visto attraverso lo sguardo di un dilettante del cinema che, per realizzare un primo piano, s’ispirava ai chiaroscuri di Masaccio e alle forme di Giotto. Ma, da miniera d’oro di gemme realiste e verità nascoste, Roma diventa presto la fonte involontaria di un disgusto supremo, verso la conformità intesa come dogma, verso il consumo ormai imperativo morale, verso l’arte ormai massificata dalla televisione.

La passione per il calcio

La passione per il calcio

***

Quella tragica notte all’Idroscalo di Ostia

Anche i bambini ormai sanno che, da quella lotta che Pelosi nel ’75 confessò di aver fatto con Pasolini, nettamente più forte di lui, emerse lindo e pinto, senza un graffietto. Bastava guardare le condizioni del corpo del poeta per capire la follia di quella confessione. Ma il nuovo racconto fatto dalla “rana” in tv, 30 anni dopo, è quello di un delitto commesso da altri, da ignoti.

Antonio Padellaro:

Quando la Fallaci mi chiamò …

“Sono Oriana Fallaci. Padellaro, ascolta bene: Pasolini è stato ucciso dai fascisti. DAI FASCISTI, devi scriverlo”. Sarà stato il giorno dopo la scoperta del corpo maciullato all’Idroscalo di Ostia e il telefono sulla mia scrivania nella redazione romana del Corriere della Sera (allora in via del Parlamento) vibrava di rabbia. Lusingato, ma anche intimorito dall’attenzione della grande collega, non sapevo cosa rispondere. Balbettai qualcosa sulle indagini di polizia, cose a cui la voce non era minimamente interessata. Voleva, anzi intimava un titolo sul Corriere dell’indomani, che non ebbe.

In quelle ore non avevamo alcun elemento di fatto per scrivere che Pier Paolo Pasolini era stato vittima di un agguato fascista, ma solo il sesto senso della Fallaci che virgolettai fedelmente. Non mi cercò più.

I “latrati” del caporedattore la mattina dell’omicidio all’Idroscalo di Ostia, il corpo portato subito via, i possibili indizi compromessi dalla folla dei curiosi, il caso chiuso in poche ore con il fermo di Pelosi. E la voce della grande inviata: “Sono Oriana Fallaci. Ascolta bene…”. Antonio Padellaro, allora giovane cronista, racconta la scena del delitto del secolo. E i dubbi ancora aperti 40 anni dopo

L'uccisione di Pasolini e la Fallaci

morante pasolini

Elsa Morante

Pier Paolo, amico mio

Roma, 13 febbraio 1976

(…)

Loro ti rinfacciavano la tua diversità
dicendo con questo: l’omosessualità.
Difatti, loro usano il corpo delle femmine
come gli pare. Liberi di usarlo come gli pare.
Il corpo delle femmine è carne d’uso
ma il corpo dei maschi esige rispetto. E come no!
Questa è la loro morale. Se una femminella di strada
avesse assassinato uno dei loro
non la giustificherebbero perché immatura.
Ma in verità in verità in verità
quello per cui tu stesso ti credevi un diverso
non era la tua vera diversità.
La tua vera diversità era la poesia.
È quella l’ultima ragione del loro odio
perché i poeti sono il sale della terra
e loro vogliono la terra insipida.
In realtà, LORO sono contro-natura.
E tu sei natura: Poesia cioè natura.
E così, tu adesso hai tagliato la corda.
(…)

che tu sorrida e rida dei loro profitti e speculazioni e rendite accumulate
e fughe dei capitali e tasse evase
e delle loro carriere ecc.
Che tu possa riderne e sorriderne per un attimo
prima di tornartene
al Paradiso.
Tu eri un povero
E andavi sull’Alfa come ci vanno i poveri
per farne sfoggio tra i tuoi compaesani: i poveri,
nei tuoi begli abitucci da provinciale ultima moda
come i bambini che ostentano di essere più ricchi degli altri
per bisogno d’amore degli altri.
Tu in realtà questo bramavi: di essere uguale agli altri,
e invece non lo eri. DIVERSO, ma perché?
Perché eri un poeta.
E questo loro non ti perdonano: d’essere un poeta.
Ma tu ridi[ne].
Lasciagli i loro giornali e mezzi di massa
e vattene con le tue poesie solitarie
al Paradiso.
Offri il tuo libro di poesie al guardiano del Paradiso
e vedi come s’apre davanti a te
la porta d’oro

da: Il Corriere della Sera

finale

Lo spazio, che passione!

23 novembre 2014

C’era una volta un babbo che seguiva, entusiasta, insieme con la sua bambina tutto quanto parlasse di tecnologia e di elettronica. Il babbo si chiamava Mimì e la bimba (nella foto ormai ragazzina di 14 anni)  Gabriella.

Ovviamente siamo il mio babbo ed io 🙂        babbo Gabriella 1959

Quando, a metà degli anni ’50 arrivò la televisione in casa iniziarono i servizi giornalistici sullo spazio. Rimanevamo incollati allo schermo per non perdere nessuna notizia, nessun concetto.

Eravamo convinti che in questo universo infinito, la terra non potesse essere l’unica abitata e quindi salutavamo, felici, ogni viaggio spaziale

Nel 1957, rimanemmo tanto male perché la cagnetta Laika (allora gli esperimenti si facevano sugli animali che, come oggi si sa, puntualmente morivano)

Allora i sovietici dissero che il suo sacrificio avrebbe permesso di raccogliere importanti informazioni che avrebbero poi aperto la strada ai voli umani nello spazio.

Ma noi rimanemmo ugualmente tanto male!       cagnetta Laika

Salutammo il primo volo nello spazio di un uomo,  Yuri Gagarin, il 12 aprile 1961: fu una sorpresa: l’Unione Sovietica aveva tenuto segreto l’avvenimento.         Yuri Gagarin

Non mancò l’immediata risposta degli Stati Uniti che il 5 maggio dello stesso anno inviarono  Alan Shepard.alan-shepard-1-sized

Una grande gioia ci riservò la notizia del lancio della prima donna nello spazio, la russa  Valentina Tereškova, partita il 16 giugno 1963 con la navetta Vostok 6

La-prima-donna-nello-spazio

Ma una grande emozione ci prese il 20 luglio 1969, quando Neil Armstrog toccò il suolo lunare e subito dopo di lui,  Buzz Aldrin

Ecco il celebre “Ha toccato”  del giornalista Tito Stagno e la piccola controversia con Ruggero Orlando

https://www.youtube.com/watch?v=343-OveQB9U

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Renato la lune è nostra

Renato che mostra il giornale che pubblica la notizia a caratteri cubitali

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Da allora è passato molto tempo, babbo Mimì ci ha lasciati da molto tempo, ma due avvenimenti hanno attratto l’attenzione mia e di Renato.

Per la prima volta una sonda su una cometa: atterrato il lander Philae di Rosetta Rosetta1

Arriva il segnale da 511 milioni di chilometri. Ed è festa all’Agenzia Spaziale Europea che, fondata nel 1975 si pone come obiettivo « Sostenere e promuovere per scopi esclusivamente pacifici la cooperazione tra gli Stati europei nella ricerca e tecnologia spaziale e nelle loro applicazioni, con l’intento di usarle per scopi scientifici e sistemi operativi »

Per ora Philae si trova in una zona d’ombra e non può caricare le batterie. Speriamo che trovino il sistema per farla ripartire…

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Ma questa sera (e da molti mesi) si parla tanto di Samantha!Samantha

Samantha Cristoforetti sarà la prima donna italiana a raggiungere lo spazio. Questa sera alle 22.01, ora italiana, seduta sulla poltrona di sinistra della navicella Soyuz salirà rapida verso la stazione orbitale Iss. Così inizierà la missione Futura; un soggiorno cosmico di sei mesi.

Samanta23 novembre 2014 lancio

Nata a Milano 37 anni fa, ma cresciuta a Malè in provincia di Trento, Samantha Cristoforetti è uno dei tre astronauti che partiranno stasera. Si è laureata a Monaco in ingegneria meccanica con una specializzazione in propulsione spaziale e strutture leggere e, come parte dei suoi studi, ha frequentato sia l’Ecole Nationale Supérieure de l’Aéronautique et de l’Espace di Tolosa sia, per dieci mesi, la Mendeleev University of Chemical Technologies a Mosca, dove ha scritto la sua tesi di Master in propellenti solidi per razzi.

Una persona gradevole, vivace ed entusiasta che farà certamente, nei prossimi sei mesi, onore all’Italia

i treFutura_logo_2014-01-14_V

http://avamposto42.esa.int/

https://www.youtube.com/watch?v=XViyRJ8bqkc

23 novembre finalmente, dopo 34 anni il 23 novembre non mi ricorderà immediatamente il terribile terremoto che abbiamo vissuto, ma la splendida avventura di Samantha che prima di partire per la la sua missione ricorda a tutti i bambini dell’UNICEFSamantha e l'UnicefSamantha e l'Unicef 1

Cara Samanta! fra poco più di mezz’ora partirai per la tua importante missione

Fatti valere come al solito!

Gabriella Raffaele

La tragedia di Salvatore, giovane quattordicenne, schiacciato dai massi provenienti dal frontespizio della Galleria Umberto di Napoli

12 luglio 2014

Quando ci lascia una persona cara, qualsiasi età abbia, è sempre una tragedia, Salvatore Giordano non lo conoscevamo, fino a qualche giorno fa, ma ora gli vogliamo bene …

e i turisti fotografano...

e i turisti fotografano…

i suoi teneri 14 anni, il meraviglioso, generoso gesto di spingere i suoi amici lontano da lui, per salvarli da ciò che, per caso aveva visto nel display del cellulare, ovvero il crollo di grosse pietre dall’altissimo frontespizio della Galleria Umberto, uscita di via Toledo. Per me è un grande, eroico ragazzino! Sì perché non ha pensato a salvarsi fuggendo, ma ha salvato i suoi compagni mentre lui rimaneva schiacciato e dopo alcune ore, ucciso da quella maledetta “pioggia” di grossi sassi.

https://www.youtube.com/watch?v=b18CYvqLlz4

 

Scrive Antonio Irlando, architetto e urbanista, presidente dell’Osservatorio Patrimonio Culturale, Salvatore,spensierato, felice, uno dei tanti adolescenti che stava toccando il cielo, perché da solo con gli amichetti, si godeva un meraviglioso pomeriggio napoletano. (…) era felice. Si trovava in una delle strade storiche più belle della città, vicino alla “Galleria”, un simbolo di Napoli, poco lontano da altri simboli monumentali: Palazzo Reale, Teatro San Carlo, Piazza del Plebiscito, Maschio Angioino. Nei quartieri spagnoli, nel centro antico e in altre zone delle periferie, tra degrado, precarietà e carenze igieniche vivono centinaia di migliaia di napoletani in palazzi fatiscenti che non è chiaro come fanno a restare ancora in piedi. Il killer che ha freddato Salvatore non te lo aspettavi in quel luogo di Napoli. E’ stato identificato ma non arrestato. Si chiama Incuria. Non ha agito da solo aveva dei complici, tutti individuati. Questi i nomi: Indifferenza e Ignavia (…)

Quel pezzo di cornicione staccatosi dalla teste delle cariatidi che fanno da ala al finestrone ovale della Galleria Umberto, dal lato che dà su via Toledo, ha messo fine alla vita di Salvatore Giordano.galleria_umberto_I._crollo_esterno_672-458_resizegalleria_umberto_I._crollo_esterno.

A questo punto mi chiedo: Perché non ci sono mai i soldi per la cultura? perché non rendere questa meravigliosa città d’arte degna del suo glorioso passato? Ma soprattutto perché sono stati fatti tornare indietro i finanziamenti europei?

So dare le risposte anche se lo spazio a disposizione me le rende piuttosto generiche.

– La cultura fa paura a chi vuole sottomesso il popolo schiacciandolo sotto il peso dell’ignoranza

– Sul secondo quesito posso dire che rendere il Sud sempre più degradato fa comodo a molti. Tra gli altri a coloro  pensano di distaccarsi dall’Italia, mostrando una grande ignoranza storica. La tragedia dell’Italia è stata sempre quella di essere divisa e in guerra con gli altri stati che la componevano.

– Ma la tragedia riguarda proprio l’ignavia o peggio ancora, il desiderio di intascarsi (come fanno in tanti) i soldi concessi dall’Europa. Possibile che non ci sia stato nessuno, dico NESSUNO in grado di elaborare un progetto prima della scadenza dei termini?

Ecco l’Italia, ecco Napoli, ecco chi rifiuta di elaborare una politica europea e pensa, magari che l’Euro sia il vero disastro del Vecchio Continente.

Ma voglio concludere con una postilla: l’uccisione di Ciro Esposito per un colpo di pistola esploso da chi non la pensava come lui sul calcio, ha mosso l’opinione pubblica di tutta Italia. Fiumi di inchiostro sono stati usati per lui, ritenuto penso a ragione, un bravo ragazzo, un lavoratore,e tale ricordo è continuato anche  dopo il commosso funerale… Di Salvatore si scrive poco, le redazioni nazionali non ne parlano quasi più. Eppure il suo dramma ha scosso moltissimo! Non vorrei si ritenesse il calcio più importante della cultura e della manutenzione del nostro patrimonio artistico: sarebbe un’ulteriore tragedia!!!

fiori per Salvatore

Gabriella Raffaele

Quel magico 16 febbraio 2014

23 febbraio 2014

Questo articolo è un vero e proprio diario composto da tante, tante  immagini  gioiose…

È trascorsa una settimana, ma ancora Renato ed io riviviamo minuto per minuto, quella stupenda giornata …

Ore 5,45 sveglia!

Non è ancora l’alba ma il nostro panorama si rivela in tutta la sua magnificenza …

L’aria è splendida, calda, da primavera inoltrata.

000

Noi siamo “convinti” che anche il tempo si sia dato da fare per rendere indimenticabile la Maratona alla quale Gennaro, che, come molti sanno, è uno dei nostri cari nipotini che risiede con sua moglie Chiara,  a Macerata,  parteciperà fra meno di tre ore.

Ore 6,45: si parte verso Lucrino.

Abbiamo la sensazione del traffico degli anni ’50. La strada è tutta per noi: impieghiamo davvero pochissimo!

Il lago è assolutamente a specchio e riflette  colori fantastici

001 001A 002 004 GENNARO E IL CASTELLO DI BAIAIntorno a noi è tutta una fantasmagoria di colori ai quali il sole dà più vivacità. Sono le magliette degli atleti giunti prima di noi: fanno stretching  o corrono per riscaldare i muscoli …

Da troppi mesi non sentivamo una gioia ed un benessere così intensi …

0007 007A 008 GENNARO CONTINUA 009 0010 0011 0012A 0013 0014

Siamo davvero felici vedendo correre il “nipotino” in questa splendida cornice. Ovviamente siamo pronti con la macchina fotografica. (zio) Renato scatterà foto incredibilmente belle; io invece mi dedico ai video, ma dopo aver combattuto tra controluce e scatti da video, mi accorgo che Word press ora accetta solo video YouTube! 😦

18

L’altoparlante sta facendo ascoltare la bella musica dedicata alla Maratona napoletana ed io ne appifitto per farvela ascoltare da YouTube.

È arrivato il momento della partenza. Gennaro è l’atleta m. H384

Tutti in fila!

0044 0044a 0046 si vede Hennaro

Eccoli!, ecco Gennaro!

Dovranno percorrere 21,097  Km da Lucrino a Piazza Plebiscito:

Ecco il percorso …

00A

Noi che certo non possiamo seguirli “passo passo” ce ne torniamo velocemente a Napoli, dove c’è il blocco delle auto, ma la provvidenziale Funicolare Centrale ci porta in poco tempo a Via Toledo. Quindi raggiungiamo piazza Plebiscito.

0049 ED ECCOCI A PIAZZA PLEBISCITO

Non passano 10 minuti e: ECCOLO!!!

105 ARRIVAAA piazza Plebiscito

Corre verso il traguardo e poi viene da noi stanco e felicissimo …

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È la sua prima “Half Marathon” è un’autodidatta ed ha ottenuto un tempo di 1.59,39!  L’essere andato al di sotto delle due ore per lui è stato un record!

Ci avviamo verso il Gambrinus (e quale bar poteva mai essere?)

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Si rifocilla e poi, sorpresa! Arriva Rosy, la nostra cuginetta, il nostro medico … tornerà il pomeriggio per festeggiarlo anche lei.

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E, a proposito di medicina, bisogna ricordare che il ricavato della Maratona a squadre sarà interamente devoluto alla Lega italiana Fibrosi cistica.

Torniamo a casa per il pranzo e il dovuto riposo.

Ma alle 15 c’è la partita del Napoli e Gennaro va a seguirla dalla nostra cara vicina Miranda: ulteriore soddisfazione: il Napoli vince per 2 a 0!

E’ davvero una giornata speciale!

Alle 18,30 inizia la festa in onore del nostro maratoneta …

Un buffet ricco (molte squisite pietanze sono state portate dagli amici) , dolci, spumante e tanta musica.

118 tutto ptonto perr la festa 118a 119a 120 DSCN7637117teneri pensieri

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Chiara, la mogliettina di Gennaro, non è potuta venire perché si trova a Parigi per lavoro e allora noi abbiamo scattato una foto a a Gennaro con la piccola Clara

122 visto che Chiara non è potuta venire, la foto è con la piccola Clara

Tanti dolci e…

..un bel brindisi!

Anche la bella luna piena rallegra la serata…

121 anche la luna festeggia

Tenerezze…

L’ultima foto è la più indicativa della gioia intorno al nipotino

128 tutti insieme

Alle 21,30 diversamente dalle abitudini, ci si accorge che Gennaro è davvero stanco …

E allora tutti “a nanna”! Sogneremo di questa giornata indimenticabile.

DAGLI ZII RGR

La via maestra

16 ottobre 2013

 Manifestazione Roma 12 ottobre 2013 in difesa della Carta Costituzionale

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APPELLO

“La difesa della Costituzione è innanzitutto la promozione di un’idea di società divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora operano per manometterla formalmente (…). Non è la difesa di un passato che non può ritornare ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa”.“

 Inizio questo mio articolo sulla manifestazione di sabato 12 a Roma con un certo ritardo poiché i miei vari problemi di salute non mi hanno permesso di andare, come desideravo ardentemente, a Roma. Data la situazione mi sono documentata ampiamente e ho riportato quello che ha  scritto e/o detto, chi, con lo stesso entusiasmo ci è andato. Coloro che mi hanno dato più indicazioni sono i miei carissimi amici di sempre: Anna Maria e Carlo la cui foto è stata pubblicata dal sito  http://www.blitzquotidiano.it

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Ecco il loro commento sull’immagine riportata: “stiamo difendendo il “paesaggio”, cioè la Cultura: ne siamo fieri, e vorremmo ricordare a molti potenti che la Costituzione, quasi sempre disattesa, e quasi mai applicata, il “Paesaggio” cioè la Civiltà, cioè la nostra Cultura, imponeva di difenderli e mai che subissero intollerabili e miserabili violazioni”

 Ancora da loro: “Ieri eravamo alla manifestazione in piazza del Popolo a difesa della Costituzione con Rodotà e Zagrebelsky e Carlassare  e Landini e Ciotti e Bonsanti e Settis  e tante belle persone:  (notare: tre di loro non erano brutti ceffi sporchi e cattivi, come Landini e soci …, ma erano stati  indicati come possibili presidenti: pericolo gravissimo e, subito, sventato: avrebbero potuto addirittura cercare, Loro,  di applicarla, finalmente …, la Costituzione…”. Costituzione che qualcuno, mirando all’art. 138,  vuole poter poi facilmente smantellare e stravolgere e veleggiare verso uno Stato più autoritario … ma non più autorevole …

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 Sento però che devo fare un passo indietro e ricordare che la nostra Costituzione è nata dalla Resistenza al nazifascismo e proprio in questi giorni sta accadendo qualcosa che ricorda i giorni bui degli ultimi due anni della II guerra mondiale. Il funerale di Priebke, il boia delle Fosse ardeatine:  rifiutato da Roma, era stato portato ad Albano Laziale per una cerimonia privatissima nella chiesa lefebvriana di San Pio X. I funerali non sono mai iniziati per gli scontri tra cittadini e antifascisti di Albano e neonazisti giunti a “rendergli omaggio”. Il corpo dell’ex ufficiale delle SS si trova ora nell’aeroporto militare di Pratica di Mare, a circa 30 chilometri da Roma. Si è appreso che potrebbe rimanere in quell’aeroporto, anche per l’intera giornata di oggi. Tutto mentre a Roma si celebra l’anniversario dei 70 anni del rastrellamento del Ghetto degli ebrei, “È il 16 ottobre del 1943, il “sabato nero” del ghetto di Roma. Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d’Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. Due giorni dopo, alle 14.05  del 18 ottobre,  diciotto vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina. Dopo sei giorni arriveranno al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dalla Polonia. Nessuno dei duecento bambini è mai tornato”.

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La foto proviene dal sito che prende il nome da quella data e porta,come esempio, la tragica scena del film “Roma città aperta” di Rossellini.

 Completata la premessa,  desidero citare, a proposito della Costituzione le parole del grande Pietro Calamandrei « Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »

Eccoci dunque alla  manifestazione di Sabato 12 ottobre, cui purtroppo i media non hanno dato il dovuto risalto … Si è perfino notato lo sforzo di alcuni teleoperatori che, obbedendo a chissà quali registi,  si sono limitati ai bordi più lontani ma non hanno  mai inquadrare piazza del Popolo perché altrimenti si sarebbe visto quanta gente (50mila a dir poco) c’era! Dal sito http://www.today.it  Infatti:

piazza semivuota

e invece

08 palco-di-piazza-del-Popolo-5

Comunque la RAI specie “Rai news 24” ne ha parlato abbastanza, certo non come ci si aspettava…

Riporto quindi i punti essenziali degli interventi sul Palco di Piazza del Popolo, ma a seguire, invece il video completo che vi consiglio di leggere anche: sono interventi di una lucidità straordinaria.  RODOTA’ – Per il giurista entrato ormai nel novero dei “big” della politica italiana, il senso del corteo che “per la Costituzione” che ha sfilato per le strade della Capitale è “ritrovare la via maestra che è stata abbandonata”.  LANDINI – “Io non devo rispondere niente a nessuno. In tanti dovranno rispondere a questa piazza, ai tanti italiani che pensano che per cambiare il Paese bisogna applicare la Costituzione”. Così il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, all’avvio del corteo per la Costituzione, risponde a chi gli chiede una replica al Presidente Napolitano che ieri ha dichiarato che il momento è maturo per discutere su un cambiamento della Costituzione. Landini ha spiegato che si è scesi in piazza “non solo per difendere la Costituzione, ma per attuare la Costituzione per cambiare questo Paese”. Quanto all’art.138, Landini ha detto: “Credo che la forzatura sia quella di derogare un articolo per cambiare la Costituzione italiana: per ridurre il numero dei parlamentari, per far funzionare meglio il Parlamento non c’è bisogno di derogare all’art.138. La descrizione che viene data – ha continuato – che noi saremmo conservatori è una doppia sciocchezza”. ZAGREBELSKY – “Noi non siamo dei conservatori: vogliamo semplicemente che la Costituzione sia viva a venga attuata”. Queste le parole di Gustavo Zagrebelsky intervenendo dal palco di piazza del Popolo dove si sono susseguiti gli interventi dei principali organizzatori della manifestazione in difesa della Costituzione. “Noi siamo una piazza forte perché siamo moderati”, ha aggiunto l’ex giudice della Corte Costituzionale esprimendo un parere negativo sulla Commissione per le riforme costituzionali presieduta dal ministro Gaetano Quagliariello: “Se si tratta di ridurre il numero dei parlamentari – ha detto Zagrebelsky – allora siamo d’accordo, ma quando si mette in moto una grande macchina come quella per le riforme costituzionali non si sa dove si arriva”.

FORUM ACQUA – Quando si parla di Costituzione, da quando si sono vinti (e non rispettati) i referendum non si può che non finire a parlare di acqua (pubblica). E così in occasione del corteo “per la Carta” il popolo dell’acqua è tornato in piazza “contro i nuovi colonialismi” e “la privatizzazione dei beni comuni e della mercificazione dei territori e della vita delle persone”. Chiaro l’obiettivo del movimento: “Opporsi ai tentativi del governo delle ‘larghe intese’ di riformare la Costituzione in senso autoritario e la piena applicazione della Carta sui temi del lavoro, dei diritti, dei beni comuni e della pace Oggi e tutte le volte che sarà necessario – dice il Forum – saremo in piazza contro ogni tentativo di aprire una nuova fase di privatizzazioni e di mettere una pietra tombale sull’esito referendario sull’acqua, e contro ogni tentativo di ridurre drasticamente gli spazi di democrazia. Perché, oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia”.

forun acqua

VENDOLA – “Non credo che il Parlamento, poiché è stato eletto con una legge incostituzionale, possa arrogarsi il diritto di cambiare la Costituzione”. Lo ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola, a margine della manifestazione in corso a Roma in difesa della Carta. Nessuna polemica, però, nei confronti di Napolitano come invece ha fatto Landini: “Ho rispetto per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, anche quando non sono d’accordo con lui”. DI PIETRO – “Resistere, resistere, resistere. Questo è il sentimento prevalente che oggi provo nel partecipare a questa manifestazione a difesa della Costituzione. Ho la netta impressione che ci siano alcuni malintenzionati che vogliono violentare la Carta e lo Stato di diritto solo per adattarli alle loro esigenze”. E’ quanto scrive sul suo blog il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che oggi ha partecipato, a Roma, alla manifestazione “Costituzione, la via maestra”.  Alessio Duranti dal sito “Sana e robusta Costituzione” ROMA – Roma, Piazza del Popolo 12 ottobre 2013. Come ha detto Gustavo Zagrebelsk la Costituzione è  “lo strumento attraverso il quale ci diamo una forma di vita”.  La Costituzione Italiana “è stata fonte di ispirazione di numerose altre, venute dopo. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948, in molte parti, addirittura coincide letteralmente. Dietro la nostra Costituzione c’è un’idea di convivenza civile, un solidarismo che abbraccia tutti e non lascia nessuno indietro”. La bellezza e la serenità di una piazza che sa di gridare parole giuste sta anche in questa affermazione e nella consapevolezza di difendere una carta che unisce.

Prima di trascrivere gli indirizzi web degli interventi, desidero riportare anche un’intervista a Barbara Spinelli giornalista de La Repubblica da parte di Silvia Truzzi, da il Fatto Quotidiano, intervista pubblicata su MicroMega (…) Si procede con sospetta premura alla modifica dell’articolo cardine della Costituzione, il 138, che disciplina la revisione della Carta con procedure di garanzia. Tutto questo per volontà di un governo “contro natura”, nato da un’infedeltà elettorale, insieme a un Parlamento eletto con una legge fortemente sospetta di incostituzionalità. C’è più di qualcosa che non quadra.  Cambiare la Costituzione con procedure accelerate che stravolgono l’articolo 138 – una valvola di sicurezza pensata dai Padri costituenti proprio per evitare manomissioni – è un colpo di mano. Si parla di deroga, ma la parola giusta è violazione della Costituzione: finché non è modificato, l’articolo 138 è legge da osservare. Tanto più è un colpo di mano se pensiamo alla presente congiuntura storica: un Parlamento di nominati, un governo di larghe intese che gli elettori non volevano e che distorce la democrazia. Infine il conflitto di interessi: immutato, esso resta il male volutamente non curato del sistema politico. Come rafforzare i poteri dell’esecutivo, quando chi più si batte per il rafforzamento è Berlusconi, condannato e interdetto dai pubblici uffici perché frodava lo Stato per i propri interessi di imprenditore mentre governava? Altra stortura, gravissima: la legge elettorale viene accorpata al riesame costituzionale, dunque chissà quando ne avremo una nuova. Come se il Porcellum fosse parte della Carta! 

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Ecco dunque gli indirizzi web degli interventi in video: sono abbastanza lunghi e anche se non sono tutti, ascoltandoli, anche se un po’ alla volta, sembrerà a chi, come me, non ha vissuto questa esperienza, di aver partecipato a questa fantastica manifestazione.   

STEFANO RODOTÀ http://www.youtube.com/watch?v=6AxR2O-QT70&list=PLnZfFw4qyshOPvHX0URTTXcApeLh2my7i

DON CIOTTI http://www.youtube.com/watch?v=sbgDhItTWDo  

LORENZA CARLASSARE http://www.youtube.com/watch?v=HZ31qTJntDM&list=PLnZfFw4qyshOPvHX0URTTXcApeLh2my7i

GUSTAVO ZAGREBELSKI http://www.youtube.com/watch?v=wimsyhfwY9o

MAURIZIO LANDINI http://www.youtube.com/watch?v=wZ3-oiPC5ZE  

EDDA PANDO JUAREZ fondatrice del Comitato Immigrati in Italia e dell’Associazione Interculturale Todo Cambia. http://www.youtube.com/watch?v=PWP94gllxgQ&feature=player_embedded#t=41

CECILIA STRADA, presidente di Emergency http://www.youtube.com/watch?v=bbzb6KRcCts&feature=player_embedded#t=0  

FRANCESCO FORLINGIERI, Studente di Liceo  http://www.youtube.com/watch?v=kyBl9BAJI84

9 dal palco

..e così la piccola Sofia Pirisi ci ha lasciato!

5 giugno 2013

avrete i nostri figli sulla coscienza

 

La notizia del decesso della bimba di Civitavecchia è stata raccontata all’Adnkronos da Davide Vannoni, fondatore di Stamina Foundation, il quale ha sostenuto che la morte è giunta “per colpa di questa legge che impedisce di fatto un ampliamento delle possibilità di cura compassionevoli” quelle terapie non ancora approvate ufficialmente dal Ministero della Salute a seguito di trial clinici, ma che sono già in una fase avanzata di sperimentazione In quel terribile 2005 ero sta investita e massacrata da un motociclista, ero costretta a letto immobile …  Mio marito ha fatto di tutto perché io potessi essere ammessa a votare, attraverso un seggio speciale che si portasse nella casa dove mi trovavo.

Inutile! oggi invece lo fanno … Ascoltavo con rabbia quelle trasmissioni che incitavano a non andare a votare per non far raggiungere il quorum – la chiesa e i cosiddetti credenti in primis – e poi tanti uomini politici dei quali si parla nell’articolo che segue.

Al di là delle polemiche sviluppatesi intorno alla Stamina Fundation, per una malattia così mostruosa, non valeva la pena di tentare?

Inserisco l’indirizzo di un articolo scritto circa tre mesi fa e che mi ha rinnovato la vera e propria rabbia che sentivo in quei tremendi giorni.

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http://blog.ilserale.it/risultato-di-buon-senso-il-referendum-del-2005-che-boccio-le-staminali-di-sofia/”>http://blog.ilserale.it/risultato-di-buon-senso-il-referendum-del-2005-che-boccio-le-staminali-di-sofia/

 e ne riporto anche la prima parte, cui se volete leggerli dal sito, seguono  commenti alcuni davvero assurdi

Tutti ormai conosciamo la storia di Sofia, la bimba di tre anni che soffre di “leucodistrofia metacromatica” , una malattia degenerativa che porta alla paralisi e alla cecità. La piccola stava facendo dei  significativi progressi grazie ad una cura a base di cellule staminali cui veniva sottoposta, fino a quando il Ministero della Salute non ha deciso che la terapia dovesse essere interrotta, poiché non riconosciuta legalmente dallo Stato italiano e quindi somministrabile solo in casi eccezionali. Ma non in quello di Sofia a quanto pare. Una decisione che ha portato con se un tale numero di polemiche ed appelli mediatici, da obbligare, nei giorni scorsi, il ministro Balduzzi a convocare i genitori di Sofia, per proporre loro una via alternativa per la somministrazione della cura, che non è però risultata convincente a quanto pare, anche a causa delle ormai critiche condizioni in cui la piccola verte. Questa storia, oltre che nell’opinione pubblica, sembrerebbe aver suscitato forti ed accorate reazioni anche nel mondo della politica, dove si sperticano per rendere noto il proprio appoggio alla famiglia di Sofia e per dimostrare di voler scrivere un lieto fine per la vicenda.
Eppure tutto ciò stride non poco con quanto accaduto all’indomani del referendum tenutosi nel 2005 con il quale, tra le altre cose, si decideva se  dare o meno alla ricerca la possibilità di utilizzare proprio le cellule staminali negate oggi a Sofia. 
Allora non venne raggiunto il quorum, quindi il referendum non ebbe effetti , la l. 40/2004 non venne alterata e la ricerca sulle staminali venne sostanzialmente bocciata.

Ebbene allora, le reazioni di alcuni alla notizia del fallimento del referendum,  furono di vero e proprio giubilo, come testimoniato da alcune dichiarazioni del tempo : Follini«risultato di buon senso», Casini «i cittadini hanno scelto», Rutelli «prova di buon senso degli italiani», Buttiglione «italiani rifiutano manipolazione natura umana» e ancora Sirchia «dagli italiani risposta matura». La domanda interessante a questo punto sarebbe: adesso che un caso come quello di Sofia, oltre ad essere concreto, ha sollevato un simile polverone mediatico, avrebbero ancora il coraggio di fare dichiarazioni di questo genere? Io purtroppo scommetto di sì.

Al di là delle polemiche scoppiate

 

sulla Stamina Fundation, perché non far tentare una via, anche se incerta, ad una bimba con una malattia così mostruosa e che altre vie non ne aveva?
la mamma di Sofia

TROPPO TARDI!
Gabriella Raffaele

Franca Rame

1 giugno 2013

Desidero iniziare questo mio articolo con un video del 1977, quando mio marito Renato ed io avevamo poco più di 30 anni e ci deliziavamo alla serie televisiva di cui riporto l’allegra sigla, e che ci ha fatto essere veramente tanto entusiasti di Dario Fo e di Franca Rame


Ovviamente siamo andati anche a tanti loro spettacoli in teatro: ci facevano incantare!

Il 29 maggio Franca Rame ci ha lasciati ed è  stato molto doloroso: non c’è più un’amica, una consigliera, una maestra di vita e di politica, una donna che sulla sua pelle ha vissuto le atrocità che si commettono nei confronti delle donne.

dario fo e franca rame
Ed ora una mia scelta di articoli interessanti con l’aggiunta di immagini e di video.

(dalla redazione di Milano de “Il Giorno”) Si sono aperti sulle note di “Bella ciao” e si sono conclusi con “L’internazionale” i funerali di Franca Rame. Alla cerimonia laica davanti al teatro Strehler di Milano in migliaia hanno partecipato all’ultimo addio all’attrice. Tutti vestiti con qualcosa di rosso, come aveva chiesto lei.
donne in rosso

 

Durante la commemorazione hanno ricordato Franca Rame prima il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia,

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http://video.repubblica.it/dossier/e-morta-franca-rame/funerali-rame-pisapia-il-cuore-rosso-di-milano-per-franca/130187/128703
poi il figlio Jacopo, che ha sottolineato la figura della “donna coraggiosa” e la militanza politica della madre.

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http://video.repubblica.it/dossier/e-morta-franca-rame/franca-rame-le-lacrime-di-jacopo-mia-madre-ha-fatto-qualcosa-per-gli-altri/130186/128702?auto&quot;

Alla fine è toccato al marito, Dario Fo. Il premio Nobel per la letteratura ha tenuto un’orazione che ha commosso la folla, recitando anche un racconto inedito scritto dalla Rame, su una genesi apocrifa
http://video.corriere.it/addio-dario-fo-franca-rame/c5783628-c9e2-11e2-983e-24267407b94e
Straziante il saluto Dario Fo alla compagna di una vita: il suo grido liberatorio: “Ciaoo”.

 

Il feretro è stato trasportato intorno alle 10.30 di questa mattina dal Piccolo Teatro di Milano, dove era stata allestita la camera ardente, al Teatro Strehler.

A portare la bara il figlio di Franca Rame e di Dario Fo, Jacopo, e Gad Lerner.
Tra le file del corteo, tra tanta gente comune e autorità;
5
è venuto anche Beppe Grillo, con in mano una rosa rossa, ma è andato via subito …

 

<a href=Al termine della cerimonia, sulle note de l‘Internazionale eseguita dalla Banda degli Ottoni, un grande manifesto con il volto disegnato di Franca Rame e la scritta «Bella ciao» è stato calato davanti al carro funebre per accompagnare così il feretro al Famedio del Cimitero Monumentale dove, da poco, era stato sepolto Enzo Jannacci.

Franca Rame è stata un grandissimo esempio di forza per tutte le donne.

 Don Gallo e Franca Rame

Don Gallo muore e lascia tanti rimpianti, una settimana prima di Franca. Anche per lui un commosso saluto di una folla immensa che cantava come al funerale di Franca “Bella ciao”.

Immagine

 

don Gallo e Franca Rame
Riporto da un articolo del blog del gruppo musicale “Modena City Ramblers” Sempre dalla parte degli ultimi, ma anche da quello dei primi, perché per loro le persone erano tutte uguali, tutte con le contraddizioni proprie dell’essere umano. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerli ed entrambi ci hanno insegnato e lasciato qualcosa. E il bello è che ci hanno insegnato senza insegnare, perché bastava vedere come guardavano e parlavano con le persone.

Don Gallo lo abbiamo incontrato la prima volta nella sua comunità di Frascaro, dove suonammo tantissimi anni fa. Cappello, sigaro e sciarpone colorato, fece irruzione sul palco nel finale del concerto per cantare Bella Ciao con noi. Bella ciao per lui era una canzone di libertà a tutto tondo, soprattutto dai pregiudizi e dai moralismi, ci disse. Da allora credo che lo fu anche per noi.

Franca l’abbiamo incontrata qualche anno fa ad Alcatraz, dove Jacopo ci aveva invitati per un progetto teatral-musicale sui Seminole, gli unici indiani d’America mai vinti dagli Stati Uniti. Era davvero ancora molto bella e pranzare con lei e Dario Fo allo stesso tavolo fu emozionante quanto naturale. Ma la sera fu ancora più emozionante, perché ci regalò una recitazione da rimanere a bocca aperta, da seguire in un silenzio talmente intenso da essere quasi rumoroso. Aveva già più di ottant’anni, e sfidiamo chiunque a non aver pensato, in quel momento, che la vita è davvero bella, fino all’ultimo.

Forse non erano d’accordo sulla vita nell’Aldilà, ma su quella vita dell’uomo nell’Aldiquà, statene certi, lo erano eccome. Erano due facce della stessa moneta. Franca e Don Gallo, grazie per quello che avete fatto nella vostra lunga vita.

Tornando a Franca, vorrei ricordare che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al maestro Dario Fo un messaggio di cordoglio: “Apprendo con personale commozione la triste notizia della scomparsa di Franca Rame, che ho conosciuto in anni lontani quando ebbe modo di dispiegarsi e affermarsi pienamente il suo talento in profonda e inseparabile unione con la figura di Dario Fo e con il mondo del suo teatro. Egualmente ricordo il suo appassionato impegno civile e rendo omaggio alla continuità del suo apporto fino ai tempi più recenti alla vita artistica e culturale del paese. Sono affettuosamente vicino in questo momento così doloroso al suo compagno di vita, al figlio e a tutti i famigliari”

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Purtroppo ci sono sempre coloro che amano dire cose spiacevoli che ci fanno indignare. Ovviamente usano la rete perché ritengono che lì è garantita l’impunità: ma non sarà per molto!

Riporto degli stralci di un articolo di Luca Pisapia pubblicato su Il fatto quotidiano del 30 maggio 2013:

(…) c’è chi utilizza la morte di qualcuno per vomitare i suoi peggiori istinti. Tra gli altri, senza vergogna Giuliano Castellino, de La destra di Storace, che scrive su Facebook: “E’ morta Franca Rame. Dopo tre giornatacce migliora la giornata“. Sulla stessa linea il profilo di Forza nuova: “Quanta fila all’inferno in questo periodo. Ciao Franca Rame, salutace Don Gallo E quello di Andrea Antonini, vicepresidente di CasaPound, che pubblica un video sulla fusione del rame commentandolo con un “Ciao bella”. Di seguito i commenti altrettanto sprezzanti che vanno dal “Dio la maledica” al “una di meno” fino a “che bruci”. Frasi che si commentano da sole.

Ma l’apice non lo raggiungono le organizzazioni di estrema destra, bensì il servizio pubblico, con il Tg2 delle ore 13. Nel servizio dedicato alla scomparsa di Franca Rame la giornalista Rai Carola Carulli confeziona un sillogismo aberrante: stuprata perché bella: “La pasionaria rossa  approfittava della propria bellezza fisica per imporre attenzione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata”. Dove la congiunzione scelta“finché” non lascia dubbi sulla consecutio logica e temporale tra bellezza fisica di una donna e stupro. Subito dopo questa aberrante dichiarazione sul sito http://www.zeroviolenzadonne.it è stato scritto: “Del suo stupro ha parlato la stessa Franca Rame, indicando nella matrice fascista i suoi aggressori (…) Ma ciò che più ci fa rabbrividire è la giustificazione neppure troppo velata degli stupratori (i quali, tra l’altro, sono stati scoperti dopo ben 25 anni, quando tutto era caduto in prescrizione.) Terribile incolpare Franca Rame di approfittare della propria bellezza fisica per imporre attenzione”. La sera stessa  il direttore Masi mette una “toppa” e risponde: “Mi rammarico per il fatto che qualcuno possa solo immaginare che ci sia qualsiasi giustificazione a ogni forma di violenza nei confronti delle donne e in particolare di Franca Rame, che ha segnato la mia crescita umana …

Non voglio commentare, inserisco invece un’immagine con quello che forse è stato uno degli ultimi suoi commenti sull’attuale situazione economica dell’Italia.

logo del sito di Franca Rame

Insieme con gli auguri di Buona Pasqua desidero raccontare…

31 marzo 2013

La situazione dell’Italia è davvero preoccupante da ogni punto di vista che ormai è inutile elencare:
chi ha sensibilità la conosce bene!
Ma vorrei fare una pausa rispetto a tante preoccupazioni e dire qualcosa di rilassante. Mi scuso anche di parlare di fatti che riguardano me, ma prima di porgere a tutti gli auguri di Pasqua, vorrei descrivere una giornata davvero speciale: il 24 marzo 2013.
Ebbene sì era il giorno del mio onomastico!
Non è il caso che si mortifichino coloro che non mi hanno fatto gli auguri, dal momento che hanno “cambiato posto” agli arcangeli e li hanno messi tutti insieme il 29 settembre. Ma io non rinuncerò mai alla data cui sono affezionata in particolare perché ricorre poco dopo l’inizio della primavera …
Già, la primavera …
Come sanno i napoletani, quest’anno la primavera ci ha regalato (solo) due giorni splendidi, il 23 e il 24 marzo. Poi è tornata la pioggia.
Dunque con questo tempo bello, tiepido e soleggiato, i pensieri brutti sono fuggiti via e la giornata è diventata davvero stupenda.
Prima tappa
Siamo andati in Via Scarlatti dove il bravissimo cantastorie Stefano Serino (nostro nipote), artista di strada, mi ha dedicato una delle tante canzoni con le quali riesce sempre ad incantarti, data la sua bravura e la simpatia che emana…
La canzone era: ‘A città ‘e Pulecenella”
Per chi vuole saperne di più ecco l’indirizzo del suo sito: http://www.lacanzonenapoletana.com

Il cantastoria Stefano Serino1

Seconda tappa
Siamo tornati a casa dove ci avevano raggiunto Anna Maria e Carlo, i carissimi amici di sempre…
Ci siamo quindi diretti a Mercogliano (AV) dove il FAI aveva organizzato una delle tante manifestazioni culturali (come sapete, il FAI è il Fondo Ambiente Italiano che ha come motto: “Per il paesaggio, l’arte e la natura. Per sempre, per tutti”).

FAI

Splendido vero?

Eravamo arrivati troppo presto per l’apertura pomeridiana (le 15) e allora ci siamo fermati in un bel ristorantino dal nome roboante

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un bel regalino

24 03 13 un bel brindisi WEB

e….MUSICA!!!

POLKA WEB

Poi finalmente all’Abbazia!
Il settecentesco Palazzo Abbaziale di Loreto è immerso nella natura incontaminata del Monte Partenio

abazia dall'alto

Abbazia.di.Loreto-800

orologio di ceramica

Per la verità la sua origine risale al lontano XII secolo quando il pellegrino Guglielmo da Vercelli vi si fermò per dar vita all’ordine Congregazione Verginiana da cui nacque un piccolo complesso monastico che venne però distrutto nel 1733, in seguito ad un terremoto. Dopo qualche tempo fu deciso di ricostruirlo e i lavori furono affidati all’architetto Domenico Antonio Vaccaro.
Ecco dunque l’attuale palazzo abbaziale il cui interno presenta molti spazi: portineria, parlatorio, farmacia storica, appartamenti nobili e salone di rappresentanza, cappella e refettorio, biblioteca

firma web

Salone di rappresentanza

SALONE WEB

SALONE DI RAPPRESENTANZA WEB

Stemma sul soffitto

STEMMA WEB

Stemma borbonico

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tavolo intarsiato

Siamo ora giunti alla magnifica farmacia storica

Farmacia storica part

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Arredata con alcuni pezzi provenienti dalla speziera del Vecchio Loreto, conserva il fascino dell’antico luogo di cura e saperi, attiva fino al 1901, con i suoi alvaroni e fusilli (cataloghi storici), la tela del soffitto di Giacomo Baratta, ma, soprattutto, la raccolta di 209 vasi di farmacia

Le scale verso il piano superiore

scalone web

Al piano superiore la sottoscritta è entrata, come si suol dire “in brodo di giuggiole” non solo per le altre stupende forme artistiche, ma perché ci aspettava la biblioteca!

biblio 3

biblio 4

La Biblioteca è un piccolo gioiello dell’architettura barocca della seconda metà del Settecento. La costruzione fu avviata da Domenici Antonio Vaccaro. Possiede oltre ai 200.000 volumi, materiale librario che va dal sec. XVII alla editoria (quasi) corrente . Purtroppo da qualche anno la poca disponibilità di tanti politici verso la cultura ha fatto rallentare e quasi terminare gli aggiornamenti: non si sa, o meglio non si vuole capire, che la natura, l’arte e la cultura sono la vera ricchezza del nostro paese.

biblioteca

Tornando al patrimonio della biblioteca, troviamo codici, pergamene, incunaboli (libri stampati tra il 1455 ed il 1500, per la nascente arte tipografica), cinquecentine (quelle del secolo successivo), periodici, cospicui fondi archivistici attestanti la storia della congregazione e la sua attività socio-culturale nel meridione d’Italia, fondi musicali e tanto altro.

manoscritto

Sono allestite due mostre permanenti. La prima denominata “Dal papiro al libro a stampa” è un itinerario storico-iconografico sul materiale scrittorio e l’evoluzione della scrittura con riferimento alla produzione dei padri verginiani di Montevergine. L’altra è dedicata ai documenti originali donati alla biblioteca da monsignor Luigi Barbarito e alle sue nunziature apostoliche

biblioteca mostra permanente dal papiro al libro di stampa

Archivio
Annessa alla Biblioteca funziona una sezione dell’Archivio di Stato di Napoli, con una notevole raccolta di documenti e pergamene, la piu’antica delle quali risale all’anno 947

archivio

All’uscita eravamo davvero entusiasti, ci accompagnava il vivo ricordo dei saloni ornati da affreschi e stucchi, degli arazzi, dei giardini, delle maioliche e delle nostre piccole guide, una vera chicca! bambine e bambini della scuola media che, motivatissimi e con molta serietà, ci davano indicazioni davvero interessanti chiedendo alla fine della loro “disquisizione” se avessimo domande da porgere loro. Che tenerezza!

palazzo-abbaziale

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Di fronte al Palazzo abbaziale c’era un campo. L’aria dolce e le tante margheritine cresciute nell’erba fra gli alberi ti indicavano che era proprio primavera…

primavera

Non era ancora scesa la sera, quindi ci siamo davvero rilassati con una buona tazza di the in un bel bar del paese.

un buon the web

Come si evince dall’immagine precedente, stavo usando la macchina fotografica Volevo fotografare Carlo, ma poi nella scheda della fotocamera invece della foto ho trovato la scritta. “file senza dati immagine” – uff

Poi Anna Maria e Carlo ci hanno riaccompagnati a casa… eravamo tuti davvero contenti! Quante volte nel tempo abbiamo goduto insieme di giornate simili 🙂

La mia stanchezza è svanita, quando Renato, dopo un’oretta mi ha proposto di concludere la bella giornata con una buona pizza inaugurando anche la borsetta che qualche ora prima ci avevano donato i nostri amici “fratelli” 😀

pizza da Mascagni web

Questo è tutto, ma ora è necessario che dia a tutti gli auguri di buona e piacevole Pasqua, a modo mio…

buona Pasqua 2013

Per concludere, vi consiglio, se volete, di deliziarvi con il seguente file, inviatoci, come augurio di Buona Pasqua, dalla nostra cara amica Anna Robilotta.

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Per poterlo leggere è necessario aver già scaricato il programma Power point

Ancora auguri.

Gabriella Raffaele